Lettera aperta: donne italiane chiedono alla Presidente Meloni di porre uno stop fermo ed immediato a tutte le relazioni— militari, commerciali, di ricerca e culturali— con lo stato di Israele, ed uno stop a tutti i visti automatici ai cittadini israeliani
Presidente Meloni,
Ci rivolgiamo a Lei deliberatamente nel modo che Lei preferisce, al maschile. Ma confidiamo che la donna, madre e cristiana in lei sia, più e meglio di noi, cosciente del genocidio in atto a Gaza, dei bambini affamati come arma di pulizia etnica, del più grande crimine contro l'umanità a cui— fortunatamente— abbiamo il privilegio di assistere “dal vivo” e dunque il privilegio di comprendere, di rifiutare con ogni fibra del nostro essere. Questa lettera aperta, scritta da donne, madri e non madri, lavoratrici ed intellettuali, benestanti e povere, donne di destra e di sinistra, di varie confessioni religiose ed atee, insegnanti che hanno amato alcuni studenti come figli e professioniste della sanità che sanno quanto dolore puo causare anche un piccolo problema (non parliamo di un genocidio!), donne che studiano storia, curano case, orti, negozi ed uffici, donne che hanno fratelli e figli, nipoti e madri, donne che scrivono, pensano, amano e capiscono quando bisogna dire basta, questa lettera la invita ad unirsi a noi e dire basta, basta alla politica degli interessi che sta distruggendo la legalità internazionale, la nostra umanità ed il nostro futuro.
L'ONU ha dichiarato ufficialmente lo stato di carestia a Gaza, per molti di coloro che muoiono di fame non c'è più salvezza, anche se gli aiuti dovessero arrivare. La carestia è il risultato dell’uso del cibo come arma, è la “soluzione finale” alla questione palestinese, dopo la distruzione di case, scuole, ospedali, impianti di acqua potabile e fognature, dopo l’incarcerazione, la tortura le indegne condizioni di prigionia di 10,000 ostaggi Palestinesi, incarcerati senza processo e senza condanna, dopo il bombardamento quotidiano dei brandelli di Palestina, da quasi due anni... un po’ a pioggia, un po’ mirando con cura per uccidere professionisti sanitari e giornalisti, soldati resistenti e politici (specialmente quelli non corrotti), ed insegnanti, impiegati del servizio civile, artisti e poeti. In questo momento buio della storia, gli Italiani che tornano dalle vacanze e quelli che le vacanze le hanno saltate rientrano nei problemi del quotidiano e devono aggiungervi le grida dei bambini che muoiono di fame e sete, sotto le bombe e per malattie curabili. Riesce, Presidente Meloni, a sentire queste grida, a leggere gli elenchi di nomi e fotografie di bambini innocenti e dei loro genitori, insegnanti, amici...? Perchè il nostro governo non fa nulla di veramente efficace? Non parliamo delle frasi vuote che non costano nulla e non portano a nulla. Non parliamo del ’riconoscimento dello Stato di Palestina’ che, va da sé, dovrebbe essere stato fatto dall’Italia decenni fa, come è già stato fatto dalla stragrande maggioranza dei paesi all’ONU e speriamo anche l'Italia farà a settembre. Parliamo di porre uno stop fermo ed immediato a tutte le relazioni— militari, commerciali, di ricerca e culturali— con lo Stato di Israele. Parliamo di porre uno stop a tutti i visti automatici ai cittadini israeliani e di pretendere che i visti vengano accordati solo dopo aver dimostrato la loro estraneità al genocidio. Un giorno, presto, i nostri figli chiederanno, proprio come hanno chiesto i bambini in Germania dopo la seconda guerra mondiale: "Dove eravate quando è avvenuto il genocidio a Gaza? Cosa avete fatto per fermarlo? Da che parte stavate?". Noi, le donne che firmano questa lettera aperta, potremo parlare delle briciole che abbiamo tentato di contribuire. Ma se sua figlia le chiederà, Presidente Meloni, da che parte stava, cosa potrà raccontarle?
La verità è difficile da nascondere quando le sofferenze sono documentate non solo dalle vittime, ma anche dai loro assassini. A Gaza, le persone vengono uccise anche mentre implorano per un pezzo di pane, anche mentre già muoiono di fame nelle tende. Lei sicuro ne è a conoscenza, nonostante i suoi pesanti impegni di Stato. È suo dovere saperlo. Perché allora le frasi vuote invece delle azioni concrete? E’ vero che, insistendo in un’assurda politica di guerra, riarmo e morte, l’Unione Europea ci sta trascinando nell’abisso della crisi economica e politica. Ma siamo pur sempre ancora uno dei paesi del G7. Se lei potesse sventolare una bandiera diversa dall’asservimento alla NATO l’Italia sarebbe con lei, presidente Meloni... ma, invece, ci chiediamo perchè lei rimane in silenzio, perchè è complice del crimine attraverso l'inazione? Lei ci ha detto di essere un underdog sovversivo e ribelle, ha fatto sperare molte persone che lei sarebbe stata capace di parlare ed agire, da donna, madre e cristiana. A Gaza ed in Cisgiordania in questi giorni si stanno bombardando, tagliando e bruciando persino migliaia di ulivi secolari. Sarà mai lei, la donna cristiana più potente che l’Italia abbia ma avuto, capace di alzare al cielo un rametto d'ulivo dopo aver lasciato che tutto questo passi senza risposta efficace?
Le scriviamo con solo una debole speranza che questo appello possa cambiare qualcosa. Ma dobbiamo scriverle, affinché nessuno possa dire che siamo rimaste in silenzio mentre intorno a noi tutto suona sempre più come una marcia militare verso la prossima guerra, probabilmente l’ultima alla quale, se avesse voluto, l’Italia avrebbe potuto dire NO. La “tassa sulla nostra povertà”, il cinque per cento destinato al complesso militare-industriale USA è veramente tutto quello che ci rimane? L’Italia conosce il peso della sofferenza, ha sempre sentito affinità con il popolo Palestinese, che affronta un'ingiustizia implacabile ma rimane saldo nella sua dignità. Noi abbiamo solo le nostre parole. Lei può agire. Per favore lo faccia, Presidente Meloni, lo faccia per la dignità ed umanità di tutte e tutti noi, lo faccia al più presto.
Per firmare la lettera aperta cliccare qui
The English translation of this letter is here
Nota 1: La lettera originale è stata inviata alla Presidente Meloni il 31.08.25, con copie a membri selezionati del Senato italiano, della Camera dei Deputati e della Commissione Affari Esteri. La raccolta di firme continua!:
Nota 2: Non tutte le persone ritratte nella foto (die-in per Gaza a Roma, giugno 2025) sono a conoscenza della lettera e/o l’hanno firmata.
Un'iniziativa a cui molte di noi che hanno scritto e firmato questa lettera si sentono vicine è Stitch Their Names, un tributo alle innumerevoli vite spazzate via dal genocidio in corso a Gaza che onora ogni individuo attraverso l'atto di cucire i loro nomi nel tessuto, I colori del ricamo sono quelli della bandiera palestinese- rosso per le donne, nero per gli uomini e verde per i bambini. L'arte del cucito, spesso emarginata nelle società militariste e patriarcali, è recuperata come strumento di espressione e resistenza, protesta contro gli Stati che permettono questo genocidio e contro tutti quelli che, osservando in silenzio, si trasformano in colpevoli. Chi si ferma, e 'vede' le migliaia di nomi che tante volontarie hanno cucito non può non riconoscere la perdita di umanità di chi vuole trasformare queste persone in numeri, vittime che si possono sacrificare. Ogni nome afferma l'umanità e l'individualità di una persona a cui è stata tolta la vita, al di la delle fosse comuni o della polvere e del silenzio delle case distrutte.